Il Corrierino dei Nerd – Maggio 2018

Questo mese il Corrierino è più agile, ma porta con sé notizie importanti e succose oltre a recensioni e letture gradevoli. In più, neanche fosse un Kinder Sorpresa, c’è un piccolo regalo per grandi e piccini, per ammazzare qualche minuto in un maggio che so bene regala sempre qualche momento morto nei lunghi pomeriggi che ci separano dall’estate.

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Inutile girarci attorno, quest’ultimo mese tutti i riflettori sono stati puntati su questa cosa qua. Non c’è bisogno di sottolineare come God of War non sia stato negli anni propriamente un franchise per palati fini. Come sappiamo e abbiamo potuto assaporare in recenti Scantinight, il nuovo capitolo si smarca prepotentemente dal suo passato, un po’ come la compagna di classe che nella foto del mitico anno scolastico 2002-2003 aveva gli stivaletti da pugile, il bomber dei Rotterdam Terror Corps e un ciuccio appeso al collo e che ora fa l’ufficio stampa per l’archivio storico dell’Istituto Sturzo. Sono piovute recensioni esaltate, il gioco ha uno score impressionante su Metacritic, ma non è certo perfetto. Multiplayer ha avuto la sventura di aver dato soltanto 9 (!) all’ultima fatica di Kratos nella sua recensione ed è stata aggredita dalla sua utenza che, è inutile ripeterlo, è in gran parte di livello miserabile e pretendeva il 10 per un gioco graficamente impressionante che però – non arrabbiatevi – non può prendere 10 per principio perché c’è Kratos, per Diana! La risposta dello staff della webzine italiana si è fatta attendere ma è molto divertente: godetevi la “vera recensione di God of War.

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Gli sparatutto in prima persona restano ancora uno dei generi più amati, nonostante l’insidiosa concorrenza dei TPS (third-person shooter) che soprattutto con Fortnite e i suoi cuginetti battle royale stanno maleducando un’intera generazione di videogiocatori. Di questi tempi una delle domande che più infiamma i forum è: c’è futuro per i classici sparatutto single player? Insomma, come gli ultimi DOOM e Wolfenstein, per intenderci. Pc Gamer prova a dare una risposta citando anche la voce secondo la quale il prossimo Call of Duty non avrà più la solita storiella da otto ore e andrà dritto sul multiplayer. Personalmente non ho dubbi, per me la risposta è assolutamente sì e ne sono sempre più certo quando saltano fuori letteralmente dal nulla trailer di giochi come questo Atomic Heart, la cui uscita dovrebbe essere imminente.

Spazio alla vera notizia bomba delle ultime settimane: Valve ha acquistato la Campo Santo, casa di produzione dell’ottimo Firewatch e già al lavoro sul prossimo titolo, In The Valley of Gods. Ho proposto in un vecchio Corrierino l’affascinante trailer di questo nuovo gioco, che comunque rilancio perché spacca.

Sappiamo tutti che Valve ha rinunciato da tempo a sviluppare giochi come li intendiamo noi, concentrandosi su ciò che fa davvero girare denaro oggi, roba come DOTA e l’atteso Artifact, che è semplicemente un clone del gioco di carte Heartstone. Lo studio che ha avuto un ruolo cruciale nell’alzare il livello dei videogiochi per pc ha preso sotto la sua ala – offrendo un portafogli pressoché infinito – una delle case di produzione più promettenti e innovative della scena. Non è difficile dire che sia una buona notizia, ma si può scommettere che qui si stia facendo un pezzettino di storia.

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Tempo fa abbiamo mandato in avanscoperta il Dottor Morte per accertarci che Doki Doki Literature Club fosse davvero degno di nota. Non è più tornato. No, scherzo, è vivo e vegeto nonostante il nome, ma non ha potuto condividere molto con noi, perché facendolo ci rovinerebbe inevitabilmente l’esperienza. Il suo giudizio è positivo e prima o poi lo farò. Che i giapponesi siano pazzi e malati non è certo una novità, ma oggi vi propongo un pezzo sulla visual novel più disturbante di tutti i tempi, che non consiglio di giocare con il proprio computer per evitare futuri drammi in famiglia. Questa volta non chiedo a nessuno di andare in missione speciale.

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Non ci si può più girare attorno, per i veri nerd, questo è il mese di Pillars of Eternity II: Deadfire, la nuova fatica di Obsidian. Vediamo di darci una calmata, però, perché come sempre per questo genere di titoli è sempre meglio avere pazienza. In sostanza, per goderci davvero il gioco bisogna aspettare fino a novembre, quando uscirà l’ultima delle dlc previste. Inoltre, in questi mesi le patch saranno inevitabili, quindi è meglio mettersi comodi e approfittare della cosa per sfoltire le nostre librerie sovraffollate. In tutto questo, però, non si può nascondere che il gioco è stato ricevuto in modo contrastante, partendo dal fatto che pare – e dico pare – che il gioco stia vendendo meno di quanto avesse fatto il suo predecessore e aggiungendo la recensione tiepidissima di Multiplayer, confermata nella sostanza dalle prime opinioni espresse da John Walker su Rock Paper Shotgun. Lascio a ciascuno il tempo di farsi un’opinione, ma ora mi suonano in un modo diverso le dichiarazioni di uno sviluppatore dell’Obsidian su come il vero freno nello sviluppo degli rpg oggi siano proprio i giocatori, lo zoccolo duro, la vecchia guardia.

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What Remains of Edith Finch è uno dei giochi che ho amato di più di recente. Giant Sparrow, la casa di produzione, ha diffuso una vera chicca, cioè un video realizzato per far capire meglio al loro publisher che cosa stessero realizzando con questo titolo che effettivamente sfugge un po’ a ogni classificazione. Inoltre, nella stessa pagina del loro blog sono presenti i primissimi documenti di lavorazione, con cui hanno presentato il titolo all’inizio dello sviluppo. Un’ottima ispirazione anche per chi volesse vedere come si realizza un concept per un prodotto di successo.

Cosa succede se si mettono insieme The Last of UsStardew ValleyEastward!

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Finalmente finisce l’esperienza penosa di Cliff Bleszinski con il mondo del videogioco. Dopo il disastro totale di Lawbreakers e il tentativo vomitevole di saltare sul carrozzone dei battle royale con l’indecente Radical Heights, lo sviluppatore di Unreal e altri titoli di successo è riuscito ad attirarsi l’odio di chiunque con commenti inappropriati, attacchi gratuiti e una boria scarsamente giustificata dal suo operato. Speriamo non torni più a infestare con la sua spazzatura un mercato già saturo .

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Ultimamente mi sono fatto contagiare dalla mania per i roguelite e sapete che Ziggurat mi è piaciuto un bel po’. Figuratevi se mi lasciavo sfuggire City of Brass, dietro al quale si nascondono anche alcuni vecchi sviluppatori del primo Bioshock.

Flash sta – questa volta davvero – per andare in pensione, ma io non dimentico le centinaia di ore passate in compagnia di giochi semplici e geniali. Inizio quella che forse sarà una lunga campagna celebrativa segnalandovi un magnifico Pong 3D, il migliore mai realizzato. Vi sfido a giocarci per meno di dieci minuti!

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Overwatch, che tu sia maledetto! Ragazzi, l’aggiunta della nuova mappa, Rialto, che ovviamente ci permetterà di sparacchiare tra le calli di una Venezia blizzardata, mi fa nuovamente vacillare… Non sono più sicuro di poter resistere al prossimo sconto al 50%. Anzi, complice il secondo compleanno del gioco, quando sarà probabile un nuovo sconto, credo proprio che lo acquisterò. L’ho detto. Sono spacciato. Vi prego, ditemi cosa ne pensate nei commenti, cercate di fermarmi o unitevi a me! Del resto, una volta fatto questo passo, cos’altro potrà mai capitarmi di male? Niente.

…No! No… Blizzard! Non puoi farmi questo! Noooo!

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